Sanità: tempi di attesa biblici e sfiducia dei pazienti

Sanità: tempi di attesa biblici e sfiducia dei pazienti

Una recente ricerca Censis – RBM sulla sanità integrativa (giugno 2016) disegna un’Italia sempre meno fiduciosa nel Sistema Sanitario Nazionale pubblico e maggiormente propensa a ricorrere alla sanità privata.

I dati raccontano di un incremento del 3.2% della spesa nel settore della sanità privata e, nonostante tali statistiche si riferiscano al 2013, quello che emerge è lo spostamento di tante famiglie dalla gestione pubblica a quella privata per quanto riguarda un servizio essenziale ed irrinunciabile come quello relativo alla salute.

Una delle motivazioni che emerge con maggiore forza e che sarebbe alla base della migrazione verso la sanità privata riguarda l’annosa questione relativa ai tempi di attesa: per una risonanza magnetica si può arrivare ad attendere fino a 64 giorni e oltre un anno per la chemio terapia e le visite oncologiche, solo per fare due esempi. Per completare questo quadro poco idilliaco va sottolineato come tutta l’Italia sia paese: per un ecodoppler cardiaco i tempi di attesa in Lombardia sono di 298 giorni, 40 giorni in Toscana se bisogna ricoverarsi per tumore al seno e 158 giorni per una Coronarofografia in Campania.

E poiché, come dice il famoso detto “se c’è la salute c’è tutto” gli italiani non rinunciano a questo servizio essenziale pagando di propria tasca la sanità privata: secondo lo studio del Censis più del 66% di coloro che ha scelto l’intramoenia ha dichiarato di averlo fatto per evitare le lunghe liste d’attesa.

Tra la pubblica e la privata vince la sanità integrativa

Non tutti possono permettersi la clinica privata, specie in questi anni di stagnazione economica.

Per rispondere a queste sfide le assicurazioni sanitarie offrono pacchetti immaginati per tenere contemporaneamente insieme l’esigenza della qualità del servizio con quella di pagare cifre ragionevoli. Attraverso i diversi pacchetti le assicurazioni sanitarie offrono un servizio che va ad integrare la sanità pubblica (e non a sostituire) quando questa non riesce a svolgere con efficacia la propria missione di tutelare la salute di ogni cittadino, stipulando una serie di convenzioni con il settore privato.

Secondo la maggior parte del campione intervistato dal Censis (il 57,1%) coloro che possono permettersi una polizza sanitaria o sono assunti in aziende che prevedono la sanità integrativa dovrebbero approfittarne. 

Per concludere vi lasciamo una bella infografica riassuntiva con tutti i dati salienti dell'articolo.

 

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