Coronavirus, tra misure anti-crisi e assicurazioni

l’emergenza coronavirus ha avuto un impatto serio in tutti i settori produttivi e professionali. Come si può fronteggiare a livello assicurativo?
Coronavirus, tra misure anti-crisi e assicurazioni

Il Coronavirus è esploso come una bomba in Italia con pesanti ricadute economiche che rischiano seriamente di mandare l’Italia in una recessione spaventosa. 
 
Molti sono i settori professionali, dall’impresa al commercio, dai servizi al turismo, che lamentano grosse perdite dovute a questa emergenza sanitaria. 
 
L’improvvisa impennata della diffusione del virus ha innescato uno stato di paura, quasi ai limiti della psicosi, che di fatto ha bloccato molte attività nel nostro paese o comunque ne ha reso difficile il normale svolgimento.
 
Ad essere maggiormente penalizzati sono le aziende e i privati che si trovano nella zona rossa, focolaio dell’epidemia di Covid-19 in Italia.
 
Ed è per tutelare i territori colpiti e aiutarli a ripartire che il Consiglio dei Ministri ha varato un pacchetto di misure economiche straordinarie per dare sollievo alle imprese e privati cittadini degli 11 Comuni messi in quarantena per evitare il diffondersi del virus. 
 
Tra queste, ci sono la sospensione del pagamento di: 

  • Bollette di luce, gas, acqua e rifiuti (per sei mesi);
  • Contributi previdenziali (fino al 30 aprile);
  • Rate dei mutui agevolati (per 12 mesi);
  • Rate di assicurazioni (fino al 31 luglio), a cominciare dai premi assicurativi Rc auto;
  • Diritti camerali per le imprese.

Coronavirus e Assicurazioni: le misure adottate a sostegno dei clienti 
 
In questo momento di grande incertezza, anche le compagnie assicurative stanno correndo ai ripari per fronteggiare l’emergenza sanitaria da Covid-19 scoppiata nel nostro Paese.
 
Prima ancora che venissero varate le misure straordinarie del Governo, infatti, molte compagnie assicurative italiane hanno intrapreso una direzione simile per tutelare i clienti residenti nei comuni delle zone rosse.
 
L’Ania, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, ha spiegato in una nota che le compagnie assicuratrici hanno, sin da subito, previsto un piano di azione a favore dei clienti che hanno la residenza legale nelle aree focolaio del Coronavirus.
 
Queste azioni possono sintetizzarsi così:

  1. Sospensione, proroga e dilazione del pagamento dei premi per: coperture vita, coperture danni non auto e coperture auto;
  2. Blocco dei solleciti di pagamento e delle azioni di recupero dei crediti e delle franchigie, orientativamente fino al 31 marzo 2020;
  3. Proroga del periodo di mora per le polizze in scadenza tra febbraio e marzo, almeno per il momento.

 
Ovviamente sia i periodi di sospensione e proroga indicati, sia le misure adottate, possono variare da compagnia a compagnia, anche in virtù del fatto che l’emergenza Coronavirus è ancora in corso e c’è la malaugurata ipotesi che la diffusione epidemica duri ancora qualche mese.
 

Assicurazione professionale per la salute: come fronteggiare il coronavirus
 
Il Sistema Sanitario Nazionale garantisce a tutti l’accesso alle cure necessarie, anche in caso di contagio da Coronavirus. Per avere una copertura sanitaria ancora più estesa, professionisti e privati cittadini scelgono di stipulare anche una polizza privata per la salute.
 
L’assicurazione sanitaria è un’assicurazione facoltativa che “compensa” l’assistenza garantita dal Sistema Sanitario Nazionale. 
 
Per alcune prestazioni, infatti, è necessario rivolgersi alla sanità privata, soprattutto per ridurre i tempi di attesa di quella pubblica che sono lunghissimi.Una polizza sanitaria interviene in questi casi coprendo le spese mediche, talvolta ingenti, di prestazioni, farmaci, cure etc.
 
Questa assicurazione può essere indennitaria, a rimborso o per invalidità permanente, e, di solito copre, tra le altre cose:
 

  • Spese di ricovero, degenza, cure, fisioterapia e riabilitazione;
  • Acquisti di medicinali durante un ricovero, di ausili medici e protesi;
  • Prestazioni mediche chirurgiche e infermieristiche;
  • Accertamenti diagnostici necessari per una malattia o un infortunio;
  • Controlli medici ed esami di laboratorio;
  • Cure dentistiche ma solo conseguenti a gravi malattie.

 

Coronavirus: i professionisti operanti nel settore sanitario sono protetti?
 
I professionisti che operano nel settore sanitario sono certamente quelli più a rischio contagio, rispetto ad altre categorie professionali, perché sono quelli che hanno contatti più ravvicinati con i pazienti positivi al Coronavirus.
 
Tuttavia la platea di professionisti che almeno teoricamente potrebbero essere interessati va estesa a tutti quelli che svolgono lavori a contatto col pubblico.
 
Il Coronavirus, da un punto di vista previdenziale, può essere inquadrato come:
 

  • Malattia comune (se il contagio si verifica fuori dell’ambiente lavorativo e non è in relazione con esso);
  • Malattia/infortunio (se avviene nell’ambiente di lavoro, o come conseguenza dell’attività svolta).

 
Se per la malattia comune la tutela del lavoratore ricade nell’assicurazione obbligatoria contro le malattie gestita dall’INPS, per le malattie/infortunio si fa invece riferimento a quella prevista dagli Accordi collettivi nazionali.
 
I primi trenta giorni di malattia, con conseguente assenza dall’attività lavorativa, sono a carico delle Società Assicuratrici. Dal 31° giorno in poi, l’indennità è a carico dell’ENPAM (Fondo Speciale Medici di Medicina Generale, Guardia Medica e Pediatrica di base).
 
 L’assicurazione per malattia/infortuni copre ogni incidente avvenuto per causa violenta, in occasione di lavoro, che danneggia l’integrità psico-fisica del lavoratore e ne determini una inabilità temporanea per più di tre giorni.
 
Tra le possibili cause rientrano anche parassiti o virus, come l’infezione da Covid-19.
 

Il Coronavirus colpisce soprattutto le aziende, è importante assicurare la salute dei propri dipendenti
 
L’emergenza da Covid 19 ha messo le aziende di fronte ad un nuovo rischio, quello biologico, che impone ai datori di lavoro di tutelare al massimo i propri lavoratori. Il datore di lavoro - lo ricordiamo - è responsabile in prima persona della salute e della sicurezza di collaboratori e dipendenti. 
 
Con la diffusione del Coronavirus le imprese dovranno aggiornare il Duvri (documento di valutazione rischi) individuando ogni misura necessaria alla protezione del personale (come la fornitura di dispositivi di protezione individuale), ma anche di prevenzione.
 
In questa prima fase di emergenza, molte aziende si sono trovate obbligate ad introdurre una strategia di lavoro che in Italia fa ancora fatica a decollare: lo smart working o “lavoro agile”. 
 
Lo “smart working” è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato da flessibilità, autonomia e assenza di vincoli sia orari che spaziali, che si sta rivelando molto efficace in questo periodo di emergenza, soprattutto per tutelare la salute dei propri dipendenti. 
 
Per altre imprese ed esercizi commerciali, soprattutto nella zona rossa, si è reso necessario lo stop alle attività. E ciò può determinare un danno economico importante non solo per i lavoratori, ma anche per l’azienda.
 
Alcune polizze assicurative prevedono rimborsi per interruzione di attività, tuttavia l’epidemia non rientra spesso nella copertura assicurativa. Per questo si rende necessaria la stipula di una specifica polizza. 
 
Solitamente, le polizze epidemie per le imprese garantiscono: 
 

  • Indennizzo per la perdita di utile;
  • Rimborso del valore delle merci proprie o di terzi danneggiate;
  • Indennità giornaliera per chi è soggetto a interdizione;
  • Pulizia e disinfezione dell’azienda;
  • Visite mediche e vaccinazioni.

 
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Il nostro team è sempre a tua disposizione per rispondere ad ogni tua domanda e consigliarti le migliori coperture assicurative adatte alle tue esigenze, presenti sul mercato.